Silenzi
Care donne ambiziose quante volte il silenzio è entrato nella nostra giornata? Cosa vi suscita questa parola? Qualcosa di positivo o di negativo?
Se guardiamo l'etimologia della parola silenzio è dal ricondursi al verbo latino silēre = tacere, non far rumore, da cui il sostantivo silentium = assenza di rumori o di suoni. Andando più indietro nel tempo, ci riportiamo, secondo alcuni studiosi, ad un'antica radice indoeuropea: si- = legare, che ritroviamo in alcune parole del sanscrito (ad esempio si-nâmi = io lego). Se diamo per buona questa interpretazione (che, personalmente, trovo molto interessante), nell'idea del silenzio è insita l'idea del legare, dell'unire, cioè l'idea di creare un canale di comunicazione privilegiato.
Tutte le religioni (religio = legame) consigliano, come esercizio spirituale, la pratica del silenzio. In effetti, il silenzio, in primis, crea un legame (permette una sorta di ri-sintonizzazione) con sé stessi, inducendo alla riflessione ed alla meditazione.
Ma cosa succede quando il silenzio invece che cercato ce lo imponiamo per tacere una parte di noi? Vi è mai capitato?
Riportiamo di seguito una poesia, una riflessione della nostra Vera Le Noir intitolata per l'appunto “Silenzi”
Silenzi
Ci sono silenzi che costano la felicità, l'amore e l'onestà con noi stessi.