In cosa consiste la sindorme da burnout?
La sindrome da burnout, che in senso letterale significa “bruciato, fuso, esaurito”, deriva da una risposta prolungata e intensa allo stress da lavoro nel momento in cui un soggetto viene prosciugato dal carico di obblighi e compiti da svolgere.
È un particolare tipo di distress che si presenta soprattutto in occupazioni che implicano un forte coinvolgimento emotivo (professioni sanitarie, lavori nel sociale…). Questa condizione si manifesta con una difficoltà di adattamento ai cambiamenti e nell’affrontare le conseguenze che l’evento stressante comporta, con sensazioni di maggiore vulnerabilità e peggioramento della qualità della vita, anche dal punto di vista sociale e relazionale.
Ecco alcuni segnali da non sottovalutare se ci sentiamo a rischio:
Il burn out si manifesta con sintomi:
fisici: disturbi della pelle, intestinali, gastrici, inappetenza o alimentazione disordinata, insonnia, stanchezza generalizzata, tensione muscolare, cefalea
psichici: perdita di fiducia nelle proprie capacità, distacco, disinteresse e insoddisfazione, senso di impotenza, di frustrazione, fallimento, perdita di interesse, isolamento, chiusura, ansia, attacchi di panico, note depressive, declino delle prestazioni lavorative, riduzione dell’efficienza del proprio lavoro.
Prevenire il burnout si può?
La cosa più importante è essere consapevoli (a volte siamo sommersi e non ce ne rendiamo conto) che stiamo vivendo un momento della nostra vita che richiede particolare sforzi – soprattutto emotivi – e ascoltare come il nostro corpo reagisce a questa richiesta.
Ricordiamoci che il corpo non mente; quindi se percepiamo anche solo alcuni dei sintomi sopra elencati, fermiamoci e chiediamoci se stiamo investendo in modo creativo e costruttivo le nostre risorse e se riusciamo a dare un senso a ciò che ci sta succedendo, integrandolo gradualmente all’interno della nostra quotidianità.
È importante riconoscere le emozioni che ci ostacolano nelle relazioni o creano dei conflitti che accentuano lo stress (apatia, rabbia, rancore…) e comunicare e condividere questi vissuti emotivi con le persone care, che ci sanno quindi ascoltare in profondità.
Se tutto questo diviene difficile da gestire, è importante richiedere un supporto psicologico, con l’obiettivo di rinforzare le nostre risorse adattive.