Ricordiamo in questo giorno una donna ambiziosa che ha lasciato una traccia nel sistema educativo del bambino e che è mancata il 27 ottobre 1957: Giulia Civita Franceschi.
Giulia nacque a Napoli nel 1870 e viene ricordata soprattutto perchè dal 1913 al 1928 diresse la nave asilo Caracciolo per scugnizzi napoletani ed è anche detta "la Montessori del mare", perché il suo modello educativo fu apprezzato e studiato in tutto il mondo.
La "Caracciolo" fu destinata ad accogliere sia gli orfani dei marittimi sia i fanciulli abbandonati di Napoli - "pericolati e pericolanti" nel linguaggio criminologico del tempo -, meglio noti in Italia e nel mondo con l'appellativo di "scugnizzi". Nell'arco di 15 anni - tra il 1913 e il1928 – la Nave Asilo accolse circa 750 bambini e ragazzi sottraendoli a una condizione di abbandono e restituendoli a una vita sana, civile e dignitosa.
Giulia Civita fornì una convinta e appassionata esposizione del suo metodo, illustrandone i risultati e sollecitando a non lasciar appassire il seme di un'esperienza tanto feconda, sulle pagine dei giornali “Risorgimento” e “Solidarietà”, anche dal Congresso delle donne napoletane (29-30 giugno 1947), in cui le fu riservato l'intervento inaugurale. Da questo scritto, che costituisce l'unica esposizione sistematica del suo metodo, emerge con chiarezza la specificità dell'esperienza della Nave Asilo "Caracciolo", il suo proporsi come esperienza pienamente educativa, espressione delle più avanzate elaborazioni del pensiero pedagogico contemporaneo.
I principi fondamentali del "sistema Civita": il bambino, i suoi bisogni e le sue capacità sono al centro del processo educativo
Con l'espressione “sistema Civita” s'intende un metodo educativo originale, adatto al recupero e all'integrazione di minori a rischio di delinquenza, basato non sui criteri della "correzione" ma sui principi dell'"educazione", che pone al centro i valori della dignità legata al lavoro, della solidarietà e degli affetti ponendo il bambino al centro.
Alla centralità della persona si connette logicamente un processo di riscatto sociale:
- la concezione olistica dell'individuo come unità psicofisica con la conseguente valorizzazione valore formativo del gioco ai fini della crescita del corpo e dello spirito;
- il principio della disciplina come autodisciplina, cioè come "responsabilità" e "interiorizzazione della norma": nel “sistema Civita” l'adulto educatore più che dare ordini e comandi, consiglia, aiuta, stimola, svolge una funzione di sostegno e di aiuto nei confronti degli allievi impegnati in un processo che è sostanzialmente di autoeducazione;
- la valorizzazione della dimensione comunitaria: la Nave Asilo costituisce una comunità familiare e formativa nella quale crescere e vivere una vita risanata, nell'affermazione dell'interdipendenza tra educazione morale ed intellettuale.